I super poteri della tecnologia e i rischi per la sicurezza

4 - Tecnologia e destabilizzazione

Mentre la scienza può essere neutrale, la tecnologia no. La scoperta dell'energia atomica fu una conquista straordinaria, suscettibile di applicazioni infinite. Ma quando fu scatenata nella forma di bomba nucleare, la sua natura cambiò per sempre.

La tecnologia è intrinsecamente finalizzata a raggiungere uno scopo. I meccanismi di sicurezza di una Colt 1911 sono progettati per prevenire l’esplosione accidentale di un colpo. Una volta, però, che la pistola è carica e armata e la sicura viene disinserita con un rapido movimento della mano, può fare solo una cosa: sparare. Una Beretta 92 (M9, nel linguaggio militare americano), invece, è progettata per costringere il tiratore a pensare prima di premere il grilletto. La sicura viene disinserita con un movimento controintuitivo: il pollice deve spingere la leva della sicura verso l'alto, mentre la mano, al contrario, si chiude. La doppia azione rende più difficile premere il grilletto. Dà al soldato una frazione di tempo per pensare prima di sparare. Una Glock 17 incorpora la sicura nel grilletto. È quindi improbabile che possa scappare un colpo, anche se, una volta caricata, la pistola può sparare senza bisogno di pensare a movimenti complessi. La scienza sulla base della quale sono costrurite queste armi —la balistica— è la stessa. Il modo in cui devono funzionare cambia a seconda della volontà di chi le progetta.

L'idea che la tecnologia dell'informazione potesse —e dovesse— essere costruita sia per imporre la sorveglianza e il controllo, sia per eluderli era ben chiara ai governi e agli attivisti. È uscita dalle nicchie abitate da spie e da hacker fino ad insinuarsi in leggi che si occupano di entrambe le questioni.

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Come verrà spiegato più avanti, quanto più un governo (o un'azienda privata) spingono per mettere fuori legge certe tecnologie, più alimentano atti di ribellione sociale. Grazie all'ampia disponibilità di conoscenza e dei modi per sfruttarla, individui e gruppi possono denuciare gli abusi e creare strumenti per opporsi a quella che viene percepita come una sopraffazione di Stato.

Per quanto possa sembrare controintuitivo, i poteri istituzionali non sono meno responsabili del fatto che la tecnologia sia diventata un generaratore di disordine. Gli Stati continuano ad agire ben sapendo che, un giorno o l'altro, i loro "programmi di protezione dei cittadini" saranno alla fine scoperti e denunciati. Fino a quel momento, però, continuano ad operare indisturbati nonostante i sospetti degli attivisti e degli esperti indipendenti che poi vengono sistematicamente confermati da fughe di notizie e indagini dei media.